Non solo Montesilvano: i tuoi comunicati stampa, proposte, lettere, notizie

Quando ridi sei sempre in compagnia ma quando piangi...piangi da solo.

martedì 13 luglio 2010

Una strana coincidenza

Negli ultimi tempi sono accadute cose diverse. La mia vita non è cambiata, sono cambiata io.
Desideravo riallacciarmi al passato per analizzarlo e sondare, nel modo più distaccato possibile le cose che hanno influito nelle mie scelte bizzarre e irrazionali.

Solo nel giro di 10 giorni ho ncontrato una compagno delle elementari e uno di scuola media.
Un pò mi è capitato, un pò l'ho desiderato. Il compagno delle elementari è diventato un bravo attore, preparato, forte.

L'amico delle medie è sempre stato bravo in matematica e scienze in modo speciale ed è un ricercatore.

Insomma sono fiera di aver incontrato proprio loro.

Credo nelle coincidenze e nell'anima che ti guida.
Ho notato che i due personaggi, per quanto diversi, sconosciuti fra loro, abbiano alcune caratteristiche in comune che mi esortano a migliorami.
Entrambi razionali, dediti alla professione, meticolosi, precisi, logici. Un segno che mi spinge a ritornare con i piedi per terra.

Entrambi in cerca di qualcosa nonostante i successi che costellano la loro vita.

Tutti cerchiamo qualcosa, ed è giuto così. Quando accade a chi ha successo si nota maggiormente.

E da qui che voglio cominciare, da questi due incontri speciali. Non capita tutti i giorni di rivedere due compagni delle scuole dell'obbligo persi di vista.
Tra l'altro sospetto che l'attore non si ricordava di me, credo che abbia mentito per gentilezza. E' un attore deve fare spazio nella memoria per ricordare i copioni. Non fa nulla. Va bene lo stesso.

Di solito si tende a dare per scontato tutto, io desidero non farlo.
e poi non posso permettermi di questi tempi di dare per scontato qualcosa, sarebbe un fallimento, significherebbe che non ho proprio imparato nulla.

Come è difficile cercaer la strada che ti conduce a te stesso.

domenica 21 marzo 2010

Telepatia: enteglament dei pensieri

Traduzione del pensiero umano tramite apparecchiatura elettronica è il titolo di un forum interessante che propone un articolo del 2001 su un esperimento che merita di essere menzionato.
"La TELEPATIA, muove le cose, ecco la prova - L'esperimento in Finlandia."
di TULLIO REGGE
http://www.riflessioni.it/forum/scienze/6418-telepatia-realta-o-fantasia-4.html
Sulla non separabilità quantistica:
" ...se due particelle sono state parte dello stesso sistema quantistico e sono separate nello spazio, queste mantengono una misteriosa connessione..... Un cambiamento in una parte separata di un sistema può avere un effetto sull'altro istantaneamente. Questo fenomeno è conosciuto come non-località o non-separabilità quantistica."
http://scienza-misteri.forumattivo.com/scienze-cognitive-neuroscienze-f34/mente-cervello-e-telepatia-t623.htm
"Un cambiamento in una parte separata di un sistema può avere un effetto sull’altra parte istantaneamente. Questo fenomeno è conosciuto come non-località o non-separabilità quantistica ed è stato sperimentato anche su persone invitate a comunicare telepaticamente fra loro. Posti in stanze separate, i soggetti sono stati entrambi sottoposti a misurazione dell’attività cerebrale. Si è visto che colpendo uno dei due soggetti con dei fasci di luce o ponendogli delle domande ben precise si evidenziava in lui un’attività in una parte del cervello che risultava poi attivarsi anche nell’altro soggetto posto a distanza e al quale non veniva riferito nulla di quanto accadeva al primo soggetto. Questi fenomeni sono anche detti di “sincronicità”."
http://nautilusmagazine.blogspot.com/2010/03/telepatia-questione-da-neuroscienziati.html
Violazione del principio di località, per il quale ciò che accade in un luogo non può influire immediatamente su ciò che accade in un altro luogo (contravvenendo a uno dei postulati della relatività, secondo cui nulla può viaggiare a velocità superiori a quelle della luce). Il fenomeno più vistoso di non-località quantistica è rappresentato dall'entanglement, che lega due particelle nate da uno stesso processo. L'entanglement fa si che ciò che accade a una particella abbia degli effetti istantanei anche sull'altra particella, indipendentemente dalla distanza che le separa. http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=non-localita.html

Interessante la recensione su un libro di Teodorani:
Partendo dalle basi quantistiche della Non-Località, nelle sue applicazioni più affascinanti, come il teletrasporto o la presentazione dell’universo come un immenso ologramma, passando attraverso la dimensione biologica dell’entanglement, che permette al DNA di costruire e di replicare interi organismi, si arriva a modelli di entanglement a livello cerebrale, in grado di spiegare l’esistere della coscienza e le sue relazioni con il mondo esterno, incluse le capacità telepatiche che consentono la connessione istantanea con altre “intelligenze” in qualunque parte dell’universo.
E ancora fenomeni come la telepatia, la precognizione, la visione remota e la psicocinesi, che rendono ancora più evidente l’importanza dell’entanglement per la costruzione di una nuova fisica, in grado di integrare materia e coscienza.
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__entanglement.php
Le risonanze affettive
Tipico esempio di Telepatia nel quotidiano, riguarda l’improvviso incontro con una persona che non vedevamo da tempo ed alla quale stavamo pensando proprio in quel preciso istante; questi casi, definiti dagli scettici come semplici casualità, sono invece, a detta degli esperti, piccoli esempi di lievi fenomeni telepatici che si manifestano con maggior frequenza nell’ambito degli affetti e dei forti vincoli familiari, un esempio classico i casi registrati tra gemelli, tra moglie e marito, o in una forte amicizia. Questa particolare forma di telepatia viene chiamata “Risonanza Interpersonale” e risulta in grado di comunicare forti emozioni, soprattutto ansie”. http://mariannadeilabirinti.splinder.com/post/7317654/Le+risonanze+affettive

venerdì 19 marzo 2010

L'immagine di Daimon

Per capire Daimon è necessario leggere il mito di Er, Er figlio di Aminta. Platone lo inserisce nella Repubblica e lo fa raccontare da Socrate ad un suo discepolo.
In breve: Er trovatosi, dopo un combattimento, in stato di morte apparente sul campo di battaglia, vive un'esperienza che oggi, forse,chiameremmo OBE.
Va oltre la vita e vede cosa accade alle anime dopo la dipartita.
Sorvolando i particolari del mito che si possono gustare direttamente nella Repubblica, Er si ritrova di fronte ad Ananke (necessità) che è in alto e girare il fuso dei destini. Sotto di lei ci sono le tre figlie, le Moire, simbolo del dipanarsi del destino come un filo, Atropo (inevitabile), Cloto (io filo) e Lachesi (destino).
Le anime scelgono la propria vita futura e per non sviare da essa viene loro affidato un Daimon. Daimon che in greco significa Dio, in senso di partecipe al divino.
Un araldo, mentre le anime operano la scelta, in fila, dice: "La divinità non ha colpa!"
Perchè stando in fila chi è avanti pare avvantaggiato ma sarà così?
Chi lo dice che sceglierà per il meglio?
E l'ultimo sarà poi così sfortunato?
Poi le anime dimenticheranno tutto, bevendo dal fiume della dimenticanza, Lete e l'unica cosa che porteranno nella vita futura è daimon. Questa immagine, paradeigma.
Ognuno può interpretare come meglio sente daimon ma l'idea di questa immagine che vive in noi è molto confortante, un mito che spinge a mettersi in ascolto di se stessi e aspettare le risposte dal Daimon.

giovedì 11 marzo 2010

Dedicato a Sophia

Ho sentito una ragazza, alla radio, che interveniva in una conferenza e diceva:
-Io studio alla facoltà di filosofia perchè nella vita voglio diventare filosofo.
Con tutto rispetto mi sarebbe piaciuto chiedere a questa ragazza:
-Come si può diventare filosofi? E' un controsenso perchè è come se io dicessi, voglio diventare una donna innamorata di un uomo.
E' chiaro che non sono cose decise a comando ma accadono, semplicemente.
O sei innamorato di Sophia o non lo sei. O vivi per cercare Sophia o ti limiti a parlarne per sentito dire da chi conosce uno che un giorno forse l'ha vista passare davanti ad un uomo che era seduto su una panchina a sgranare fagioli.
Si dovrebbe ragionare, sarebbe più corretto, sulla voglia di diventare un tizio che campa scrivendo cose che a molta gente sembrano inutili.
Sophia, invece, è presente nella vita di tutti ma in pochi riescono a percepirla, a sapere che è presente e a trarne i giusti precetti.
Mille storie d'amore intorno a noi parlano solo di Sophia: nei film o nei romanzi, il protagonista cerca e si apre a Sophia, per poter scoprire di nuovo la vita, la gioia, la vista per poter cogliere l'attimo.(Es. Chocolate, Accadde in Paradiso, Imaginarium dr. Parnassus, Alice, New York New York, Orizzonti perduti, Suiddharta, Giulietta e Romeo)
Nelle canzoni e nelle poesie, le parole d'amore, di odio, rancore sono rivolte sempre e solo a Sophia.
Ad esempio:
"Il mio gatto dorme
-povero angioletto
il fardello della carne!
Kerouac - Haiku
Altro sempio:
"Stare a riposare può solo
chi ha il cuore che batte tranquillo,
mentre il viandante sopporta fatica e disagio
in una speranza sempre tradita.
Più lieve è davvero ogni pena del viaggio,
più lieve che trovare pace nella valle natia
dove nel cerchio di gioie e affanni di sempre
solo il saggio sa costruiri la felicità"
Hesse - Africa - dal libro Felicità
Canzoni
"If I ventured in the slipstream
Between the viaducts of your dream
Where immobile steel rims crack
And the ditch in the back roads stop
Could you find me?Would you kiss-a my eyes?
To lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again
From the far side of the ocean
If I put the wheels in motion
And I stand with my arms behind me
And I'm pushin' on the door"
Se mi avventurassi ai bordi di un fiume
Tra i cunicoli del tuo sogno
Dove l’immobile acciaio cerchia lo schianto
E il fossato si ferma nelle strade sullo sfondo
Riesci a trovarmi? Vorresti baciarmi gli occhi?
Per stenderti accanto a me. Tranquillo, in silenzio
Per rinascere ancora.
Dal punto più lontano dell’oceano
Se metto in moto le ruote
E tengo le braccia dietro di me
E spingo la porta
Astral Weeks di Van Morrison
"Psychic changes are born in your heart
EntertainA nervous breakthrough that makes us the same
Bless your heart girlKill the pressure it's raining on Salty
Cheeks
When you hear the beloved songI am with you"
"Sono nati nel tuo cuore cambiamenti psichici
Riceviamo un impulso nervoso che ci rende uguali
Benedico il tuo cuore ragazza
Neutralizza la pressione, sta piovendo su Guance salate
Quando senti la canzone amata
Io sono con te"
A Parallel Universe Red Hot Chili Peppers
Sophia è lì a disposizine di chiunque ma non tutti la cercano perchè è immateriale, non è utile per comprare il pane, quella è una nostra esigenza, e soprattutto non si può possedere.
Sophia è di tutti per questo non potrà mai essere di nessuno. Questo è difficile da accettare, da capire, perchè l'Uomo è possessivo, esclusivo nei suoi rapporti e non concepisce con facilità il concetto di Sophia che appartiene a tutti.
Il più bel regalo: Sophia, di tutti, sempre presente, sin dalla notte dei tempi, intorno a noi, in ogni singolo attimo ma inafferrabile.
Qualcuno nel tempo, stanco di cercarla, di seguirla, preso da un raptus di possesso, pensò: "vai via, libertina inaffidabile, io dedicherò le mie nenie e il mio amore a Babalù. Lui è mio e si prenderà cura di me"
E così deviando con una proiezione, su un feticio creato da se stesso, il desiderio di possesso di Sophia, all'inizio quell'uomo si sentiva appagato perchè credeva forse di far dispetto a Sophia, e chissà, ci è riuscito, questo non lo sapremo mai. Successivamente preso da enorme sconforto, quell'uomo si rese conto che il suo feticcio non era Sophia e lui pensava solo a Sophia e voleva solo Sophia, pronto a tutto anche a rinnegare e tradire il suo feticcio.
Un altro uomo, stanco e deluso di non poter possedere Sophia, cominciò a non credere a nulla, finchè il suo cinismo lo scavò dentro sino a non sentire nè il bene nè il male. E quell'uomo pianse, stravaccato sul suo divano putrido di menzogne, bevendo una bottiglia di birra, l'ennesima e finalmente ammise a se stesso che cercava solo Sophia, l'unica che avesse mai amato.
Un altro uomo bugiardo, pieno di rancore, decise di non cercarla più e si dedicò a fare un mucchio di soldi: "cosa importa di Sophia, la lascio agli stupidi e ai creduloni. Non esiste Sophia! Esistono solo i soldi!"
Riuscì ad avere tutto dalla vita, soldi a pozzo senza fondo, donne, sesso, divertimento, potere, fama, viaggi. Appena desiderava qualcosa, la vita era lì pronta a dargliela, quasi a sfregio. Quell'uomo non era felice. Nessuno lo sapeva perchè fingeva di esserlo, solo per non darla vinta a nessuno ma era maledettamente infelice. Era solo anche se stava in mezzo a chi lo stimava e rispettava; amato da tutti non riusciva ad amare. Questa la sua maledizione. Neanche la prole, che amava profondamente, riusciva a sollevarlo dal suo dolore invisibile.
Poi pensò, un giorno mentre guardava il fiume, appoggiato ad un ponte sotto la ruota: tutto questo l'ho fatto per incontrare te e non ti ho mai incontrata perchè non ti ho mai persa. Sei stata sempre accanto a me.
L'uomo deluso dal suo tentativo di sfuggire all'amore per Sophia come un bimbo sperso, asciugatosi le lacrime, si affidò all'invisibile come un bimbo segue una stella che pur non portandolo in nessun luogo lo avrebbe guidato nel più bel viaggio della sua vita.
Sophia è lì per tutti, ma non appartiene a nessuno. E questo è difficile da accettare.

martedì 9 marzo 2010

Il significato di 2001: odissea nello spazio in un sito veramente interessante


L'altra notte ho visto il film di Kubrick e deve essere sincera, mi addormentavo spesso, facevo i canestri, soprattutto quando passava l'astronave. In fine mi ero persa molte scene anche stavolta. Non er ala prima volta che tentavo di vederlo senza appisolarmi. Alla fine oggi mi sono incuriosita e ho cercato un sito che mi spiegasse il significato del film, il film, la storia, i pezzi che mi mancavano dovuti ai pisolini. Ho trovato questo link. Spiega in maniera sintetica, in tante lingue, passo passo i punti del film, i suoi significati e le scene più importanti.

Se siete come me, curiosi ma tendenti al pisolo davanti all'arte troppo elaborata di Kubrick, linkate qui.

Alice nel Paese delle meraviglie e la felicità


L'Alice di Tim Burton cosa ha di speciale?

Burton riesce a succhiare tutti i significati reconditi, esoterici, sublimi dai libri di Carroll Lewis, inserirli in un solo film e spararli, senza scrupoli sullo spettatore.

Era ora che qualcuno osasse tanto.


Come tutti gli altri film di Burton, non è sufficiente lo psicologo per decodificarli ma un anima pura che non ha paura di vincere.


Deve confessare che da quando ho visto il film sono andata a sbirciare vari siti per trovare i significati più profondi e particolari in merito al libro di Lewis.


Uno scritto molto interessante è in questo sito, una lettura esoterica, iniziatica del percorso di Alice, ecco il link.


Sempre nello stesso sito si possono leggere varie interpretazioni, tutti molto interessanti e lodevoli. In particolare può essere molto utile la lettura dei simboli contenuti nel libro. Questo articolo consiglio di leggerlo per capire cosa è l'Ombra e come poterla sondare.



Inoltre se vi capita di entrare in libreria, per favore fatelo capitare, provate a leggere Alice nel Paese dei quanti, di Robert Gilmore, raffellocortina edizioni. In questo libro vengono raccontate le avventure della fisica, ricorda vagamente Flatlandia. E' un libro da leggere per tutti gli appassionati di quantistica e universi paralleli.

Per ogni eventuale scetticismo indico qui di seguito la recensione del cicap al libro.



Un altro articolo interessantissimo, in riferimento a Psicocafè blog, lo potete trovare in questo link.



In ultimo vi indico questo link per approfondire ulteriormente la simbologia del libro.

lunedì 1 marzo 2010

Come le tesi di un ricercatore possano essere mal riferite

La felicità rende egoisti, meno attenti a altri
Lo rivela lo psicologo Joe Forgas della University of New South Wales a Sydney, pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology01 marzo, 14:25
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/03/01/visualizza_new.html_1709126217.html
La memoria migliora nelle brutte giornate?

Cronaca: Un po´ di malinconia aiuta a ricordare gli eventi con più precisione e affina le
capacità di giudizio dell´uomo Per alcuni psicologi australiani l´umore affranto è un elemento
determinante nella storia dell´evoluzione
Tre notizie sugli studi di Joe Forgas sulla necessità di esprimere emozioni, soprattutto quelle negative. La notizia dell'Ansa (la prima indicata) è poco approfondita e sostiene che, secondo gli studi di questo ricercatore, la felicità spinge le persone ad essere egoiste.
Se così fosse, e ho i miei dubbi sull'interpretazione degli studi del prof. Forgas, la maggior parte degli abitanti della terra sarebbe felice, in quanto a molti di loro non importa dei propri simili che soffrono, no tendono la mano per siuatare, anzi, ci speculano con molto entusiasmo. E questo sarebbe perchè sono felici?
In realtà nell'articolo successivo dell'ordine degli psicologi del Lazio, viene meglio spiegata la tesi di questo ricercatore e in quale quadro è inserita. Fargas sotiene che nella vita la tristezza è una emozione che va vissuta nella sua interezza, come le altre emozioni, ad esempio la rabbia, commozione, paura; perchè solo esprimendo la tristezza possiamo vivere a pieno le altre, quindi anche la gioia.
Il concetto di felicità, se pure affine a questa ricerca, poggia su altre basi, che coinvolgono le emozioni, ma si riferiscono ad un percorso più profondo che mira alla rcerca di sè e della propria libertà.
Negli ultimi tempi i media sono molto interessati alla realizzazione della felicità, non per liberare l'Uomo dalle sue paure e spingerlo a cercare i suoi perchè, ma per tenerlo stretto nella morsa del guinzaglio dei desideri eteroindotti.
I media e la felicità, la libertà sono incompatibili, almeno fino a quando tentano di confondere il benessere dell'Anima con il desiderio dei pannolini profumati, un'automobile dalle grosse ruote o un gioiello di diamanti.

venerdì 26 febbraio 2010

Ci sono parti di noi che non accettiamo

Parlavo con una mia amica oggi, proprio di questo argomento. Non è facile accettare che dentro noi convivono molte parte diverse tra loro, a volte difficili da gestire, da accontentare. Prevale la nostra coscienza, la nostra consapevolezza ma alla fine tutte vogliono essere quanto meno ascoltate.
Spesso, per tanti motivi, proiettiamo parti di noi su persone che si mostrano come quelle parti che noi non vogliamo ascoltare. A volte possiamo arrivare ad odiare quelle persone che rivestono le sembianze di quelle parti da noi negate.
Anche se poi ne prendiamo consapevolezza è difficile passare la vita ad accontentare ogni piccola parte di noi, magari quelle che vorrebbero la libertà di esprimersi, magari quelle che ci vorrebbero diversi da quello che siamo.
Non sempre si ha la voglia di essere buoni con noi stessi. Il più delle volte siamo severi con noi, non ci perdoniamo nulla. Così è facile odiare chi si perdona tutto.
A volte invece siamo così disciplinati che non ammettiamo distrazioni. Viene da sè odiare chi invece passa la vita a distrarsi.
Alcuni hanno l'esercito dentro e trasformano ogni parte di sè in soldati che devono obbedire agli ordini ma ci sono parti di noi che sono talmente anarchiche e rivoluzionarie che non accettano ordini da nessuno neanche da noi stessi.
Nei momenti più difficili della vita quelle parti cercano di farsi sentire, per dare un consiglio, per dare conforto, per ricordarci chi siamo ma è sempre difficile ascoltarle.
Siamo disposti ad ascoltare più gli altri, chi ci vuole manovrare, chi ci inganna, chi si serve di noi, piuttosto che ascoltare quelle parti scomode.
Sarebbe una risorsa almeno ascoltarle e perchè no, seguirle di tanto in tanto.
Ci sono parti di noi che mentono e spesso preferiamo ascoltare quelle che sono formate dalle stupide critiche demolitrici del mondo.
Le parti di noi sincere le rifiutiamo, magari quelle potrebbero cambiarci la vita e renderci liberi. Questo ci fa paura, la libertà. Non è detto che tutti la desiderino. La libertà potrebbe far paura perchè nasconde da un lato il fascino e la vita autentica e dall'altro è selvaggia, fuori da ogni schema, incerta.
Allora c'è da chiedersi: cosa preferisco?
Io la libertà

Chi c'è dentro quella stanza?

Mi trovo in una casa che non conosco, con un lungo corridoio dove i due uomini erano lì a confabulare tra loro. Io non capisco di cosa parlano, io non so cosa stiano dicendo. Li conosco da tanto tempo, uno era il mio amico di Università e l'altro è il mio compagno. In una di quelle stanze c'elui, un individuo arrabbiato, con i capelli corti, il fisico forte, mi mette paura. Non so cosa voglia da me ma è un vulcano incadendescente di rabbia e la sua rabbia più è celata più mi sconvolge.
Entro in quella stanza, dalle luci soffuse, i due uomini rimangono fuori a parlare sottovoce. Credo di aver dimenticato qualcosa lì ma non so cosa, poi ricordo che è il mio cappotto marrone. Lo infilo.
Ad un certo punto mi sdoppio, vedo me stessa, mi accorgo che sono una donna vestita con un abito da sera anni '40 beige, con la vita pigmentata di perline e i capelli sciolti. Mi sto aggiustando i ferretti, riconosco che sono fatti con due orecchini di mia madre.
Dietro al letto in piedi c'è questo individuo, mi fa paura, guarda verso la finestra dalle tapparelle chiuse, è molto inquietante, strabocca di rabbia repressa. Esco dalla stanza e la chiudo. Riferisco ai due uomini che quell'individuo è pericoloso. Ma loro non mi danno retta, sminuiscono la cosa. Riapro la porta e lui cammina sul soffitto. E' spaventoso!
Io continuo a dirlo ai due ma loro non danno peso alla cosa.
Dalla porta esce fuori un fracasso come se qualcuno volesse uscire, forse ho io chiuso la porta a chiave. Sono spaventata. I due mi dicono:
-riguarda te, è affare tuo.
-io non so chi sia, chi lo abbia portato qua.
-Tu lo sai chi è? Tu sai quello che vuole.
Io non so chi sia, non so cosa voglia da me. So solo che è arrabbiato e vuole uscire, forse potrebbe uccidermi, forse potrebbe rovinarmi. Io non posso farlo uscire ma non posso tenerlo lì. Nessuno può aiutarmi. Nessuno.
Allora io dico a me stessa:
Svegliati!
E mi sono svegliata.