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Quando ridi sei sempre in compagnia ma quando piangi...piangi da solo.

sabato 13 giugno 2009

Il giardino magico di Parigi

In una strada del centro della citè di Parigi c'è una antichissima Chiesa medioevale, Saint Julien le pauvre; accanto c'è quello che per me è il più bel giardino della città. Un piccolo angolo di paradiso con grossi alberi, fiori e una fontana centrale. Panchine e aiuole sulle quali riposare e meditare, circondati da petali che danzano nell'aria, rendondo magica la sosta.
In questo giardino c'è un albero di ben 400 anni a cui i parigini sono molto affezionati; come contraddirli? Un albero che ha attraversato, pensate, la rivoluzione francese, i movimenti dei grandi artisti, le guerre.
Nelle immediate vicinanze c'è una vecchia libreria di antiquariato e usato, Shakespeare e co., il buon Joyce amava sostare da quelle parti, c'è una vecchia foto che lo ritrae mentre è sulla soglia della libreria, una delle poche foto in cui ricordo che sorride.

Ero seduta in questo giardino paradisiaco pensando a Joyce che probabilmente era passato anche lui a godere le meraviglie di quel piccolo lembo di città arcaico.
-Magari dopo aver acquistato un libro veniva qui a leggerlo - Fantasticavo e mi chiedevo:
- Chissà dove era solito sedersi? Secondo me nei pressi di Nonno albero.

In cuor mio desideravo abbracciare e accarezzare quel mistero della natura ma avevo timore che qualche parigino mi ammonisse, sappiamo che loro ci tengono.

Poi accadde qualcosa di veramente magico: un uomo sorridente, moro, ricciolino, di gradevole aspetto, mi guardò come se mi conoscesse da sempre e prese un minuscolo pezzo di corteccia, dalla base dell'albero e me lo porse nelle mani. Dovetti combattere con me stessa per gioire di quel dono, da una parte pensavo: - se tutti prendessero un pezzo di minuscola corteccia, cosa rimarrebbe di quell'albero? - Ma dall'altra mi sentì scoppiare il cuore per l'immenso dono avuto da uno sconosciuto che seppe percepire il mio più profondo desiderio, realizzando qualcosa che non avrei mai fatto da sola.
- Che ipocrita che sono...- dedussi pensando all'accaduto mentre ero in aereo, tra le nuvole, l'unico momento in cui il luogo dentro me corrisponde agli scenari della realtà.
Nonostante, ancora oggi avverta uno zinzino d'imbarazzo per il dono magico, sono felice di avere un pezzo di quel giardino qui con me. Lo custidisco dentro una scatolina d'argento a forma di frutto di mare e quando avverto la nostalgia di Parigi, la apro e un microcosmo di pensieri mi porta in quel giardino fatato.

mercoledì 10 giugno 2009

Altro che filosofia!

Negli ultimi tempi la sbrodazza catodica ha accozzato tanto di quel materiale creando un blob informe nel cervello, anche nei più critici e agguerriti telespettatori.
E' difficlissimo difendersi dalle scosse di dissestamento mentale a cui si è sottoposti ogni giorno dalla tv, soprattutto ora che è riuscita a sbaragliare l'unico baluardo che proteggeva le persone dalla demenza: il libro.
Trovo patetico chi cerca di vendere un prodotto citando una frase di Gandhi o un koan Zen, servendosi di principi sui quali da secoli sono fondati valori universali.
E perchè? Per vendere una macchina, un pacco di pannolini in più?
Trovo scorretto da parte dei media usare i canali privati della comunicazione, canali che vanno dritti alle emozioni, non è una bella mossa, non fa onore a nessuno perchè sarebbe come giocare a poker con un compare dietro al tuo avversario che ti suggerisce il suo punteggio.
E tutto questo solo per vendere una lattina o un pacco di pasta in più?
Pirati! Scavalcate l'intelletto dello spettatore, entrate sotto coperta e attuate un continuo assalto alle emozioni delle gente per vendere prodotti spesso inutili.
L'elettrodomestico con lo schermo per molte persone è diventato come la palla per Tom Hanks sull'isola: ci parlano, ci giocano, ridono e piangono insieme, addirittura litigano!
Approffittare della situazione è da iene!
Ogni essere su questa terra dovrebbe avere l'opportunità di crearsi una forma di difesa filosofica per passare attraverso gli inganni del suo tempo ma sappiamo, per amara esperienza, che le persone, a volte cercano l'inganno senza essere equipaggiati e rimangono succubi delle illusioni.
La filosofia non è inutile e superflua, come tanti lasciano pensare, anzi, è l'unica mezzo per costruirsi una membrana critica, ironica e molto resistente che può renderci indifferenti alla manipolazione televisiva.
La filosofia è fatta di domande e curiosità sui piccoli fenomeni che osserviamo intorno a noi.
Ad esempio c'è una cosa che mi incuriosisce: perchè si è disposti ad aiutare chi è lontano, con slancio e con amore, mentre si è indifferenti, sovente, a chi è vicino e ha tanto bisogno?
Sinapsi!

martedì 9 giugno 2009

Ma che è sto Daimon?

Ciao,
un abbraccio a chi capita in questo blog. Grazie.
E' un piacere vedere che qualcuno ogni giorno viene a trovarmi.

Dopo le poesie e raccontini oggi voglio essere aperta come l'estate:
ho scritto questo libro, Daimon, dove ho ben inserito una esortazione alla ricerca del vivere consapevole, seguendo il flusso delle vita, delle idee, della fantasia e dei desideri. Ma ad essere sincera applicare queste cose mica è tanto facile!

Rileggendo il mio libro ogni tanto mi sono chiesta se soffro di dissociazione della personalità perchè, seppure sia nella mia selvaggia e folle indole seguire il flusso dei desideri, infatti a forza diseguire ho inciampato e mi trovo con il posteriore per terra, ogni tanto, come in questo momento, mi fermo a pensare e constato che è difficile essere liberi, non tanto perchè c'è qualcosa all'esterno che ce lo impedisce ma perchè vivere la libertà è un impegno, corbezzoli!

Ma poi rinvengo e dopo le insinuazioni della mente, riaffiorano i miei sussurri demoniaci che mi tranquillizzano e così, rifletto e deduco: se sto con il posteriore per terra, sai che c'è per un pò mi riposo e poi pianino mi rialzo.

L'immagine del Diamon è proprio una bella trovata. Bravo Socrate!

Bisogna seguire noi stessi altrimenti non riusciremo a realizzare le nostre virtù.
Qualcuno potrebbe anche rispondere: A me che me frega? Io vojo realizzà soldi!-
E io, oggi, risponderei sulle prime: E hai ragione!
E poi lottando come bestia con me stessa, aggiungerei, violentando la mia lingua: ma non tradire te stesso ------altrimenti te ne pentirai!

Bisogna ammettere che dentro noi convivono, a volte in pace a volte in guerra, parti contrastanti e chi lo sa chi ha ragione? Noi siamo i portatori di tante voci e quando dobbiamo fare qualcosa queste voci sono lì a cinguettare e noi lì a pensare: che faccio adesso?

Dietro a tutte le voci c'è un silenzio e da quel silenzio, mi sa tanto, che dobbiamo capire il da farsi.
Quel silenzio per me è il mezzo attraverso il quale possiamo percepire il Daimon.
Ma quanto è complicato far tacere le voci.
Una abbraccio a tutti!
Angie